I costruttori - LegerAlberto, Rosa due ragazzi di 36 anni, Bruno e Giuseppina i loro due figli di 11 e 8 anni rispettivamente. Tutti insieme su un camion con poche povere cose verso il mare, verso la loro nuova vita in città.

E’ il 1956, Rimini sta costruendo la sua parte di “miracolo italiano”. I turisti italiani e stranieri cominciano ad arrivare in massa. Si devono costruire gli alberghi e le pensioni che li ospiteranno. Alberto e Rosa, contadini, sono i costruttori di questa nuova Rimini. Lui diventa muratore lei fa le camere nelle pensioni. La vita non è facile, i ragazzi devono crescere in fretta, non c’è la scuola nel loro futuro: Bruno va in officina a riparare prima le biciclette poi le auto, Giuseppina in sartoria. La loro scuola è il lavoro. Dopo qualche anno Alberto riesce ad ottenere un lavoro come spazzino comunale, è una crescita sociale notevole, un lavoro giustamente remunerato e non massacrante per quanto oggi pochi lo riterrebbero tale.

Rosa lavora solo, si fa per dire, nella stagione estiva, prima in qualche pensione familiare poi, assunta dalla cooperativa bagnini, pulisce i bagni pubblici sulla spiaggia, anche lei si ritiene fortunata perchè così riesce a integrare facendo le sabbiature ai turisti. Nelle ore più calde della giornata, con la sabbia che ustiona i piedi lei ricopre di sabbia calda giovani e anziani con le articolazioni doloranti poi dopo qualche minuto li tira fuori che sembrano tutti degli yeti. Io, ragazzino intorno ai 10 anni, odio questo lavoro, non solo per il caldo ma anche perchè mi disgustano un pò quei corpi sudati ricoperti di sabbia ma lei vuole che li aiuti a rialzarsi e io, sia pure di malavoglia, lo faccio saltellando da una buca all’altra.

Questo ricordo è il mio regalo, babbo.

Buon Natale

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