Jeremy RifkinNo, non è il colesterolo o la ‘pancetta’, che mi preoccupano (che già questo comunque deporrebbe a favore se non altro di un uso molto morigerato di carni rosse) ma il recente intervento del premio nobel (e vero profeta di un-altro-mondo-è-possibile) Jeremy Rifkin al Festival della Filosofia di Modena. Rifkin afferma che , in sostanza, la carne che mangiamo è una delle cause più rilevanti degli sconvolgenti cambiamenti climatici cui stiamo assistendo.

Ma siamo impazziti ? Come può la mia innocua e succulenta fiorentina essere colpevole di tali disastri ? Purtroppo il ragionamento del nostro Jeremy non fa una grinza: “Un terzo delle terre coltivabili –spiega Rifkin- è dedicato ai mangimi da allevamento, con una produzione di gas [serra] seconda solo ai consumi nelle nostre case, negli uffici e nelle infrastrutture, e incide più dei trasporti.” Ergo la produzione della deliziosa carne che mangiamo è una causa rilevante del surriscaldamento del pianeta e delle conseguenze nefaste ad esso associate (desertificazione, riscaldamento dei mari, scioglimento dei ghiacci polari e via catastrofando..)

Rifkin suggerisce che come l’emissione di anidride carbonica anche la produzione e, dunque, il consumo di carne venga tassato, ma temo che in questo momento una risoluzione come questa causerebbe una sollevazione popolare e il povero Prodi ha già troppe gatte da pelare per permetterselo.

In definitiva non è necessario poi diventare vegeteriani integrali ma, dice Rifkin, “comprendere che siamo onnivori, come ci insegna la dieta mediterranea. Frutta e verdura in quantità e solo una piccola dose di carne nella nostra alimentazione”. A me pare, in fondo, una ricetta molto prodiana…