Locandina Un film che offre un’immagine inconsueta di Rimini, città del divertimento nell’immaginario collettivo e qui fredda e sconsolata come i personaggi del film. Ma questa è solo la superfice, nel professore Daniele Dominici (un Delon in versione ‘maudit’) pur nella disperazione c’è ancora un anelito di speranza, una ancora non rassegnata fiducia nell’amore e nella sua purezza che egli sembra ritrovare nella sua bella allieva Vanina.

Ma ormai è troppo tardi, pur essendo giovanissima Vanina ha già bruciato la sua giovinezza e lo stesso Daniele alla fine è incapace di abbandonare la sofferente moglie (Lea Massari). Le sue speranze si infrangeranno tragicamente sulla strada.

Un film intenso forse un pò troppo melodrammatico comunque complessivamente riuscito anche per lo straordinario gruppo di attori presenti (Giancarlo Giannini, Renato Salvatori, Adalberto Maria Merli, Lea Massari, Alida Valli e Salvo Randone oltre allo stesso Delon).

Per quanto riguarda la città credo che questo sia l’unico film su Rimini che abbia cercato di scavare sotto la sabbia per descscrivere nel tempo presente l’anima di questo ‘paesone’. Amarcord stesso, che è il film più grande e bello (a mio parere) di cui la città è protagonista è il sogno di Fellini (e Guerra) e ha dunque con la realtà un rapporto filtrato dalla fantasia onirica di quei grandi in cui si riconosce una mitica ‘cifra’ riminese, qualcosa che i riminesi conoscono e che spesso decade (beninteso non nel film) in luogo comune….